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Il Capo Martino di Jermann non è solo un vino, è un incredibile avventura enologica grazie all’unione di uve ribolla gialla, malvasia istriana e picolit. Il nome Capo Martino è un omaggio alla collina dove crescono le uve che, nel 1991, diedero origine a quello che gli eredi di Anton Jermann battezzarono come il “piccolo sogno, verso una terra promessa”.
La scelta di usare ribolla gialla e tocai era scontata per i bisnipoti di Anton Jermann, sono due uvaggi simbolo della tradizione vitivinicola locale ed espressione della volontà di creare un vino che rappresentasse la cultura di un terroir antico.
Al naso e al palato volteggia con grazia setosa, senza mai perdere la sua notevole freschezza; come fosse un’acqua sorgiva, è minerale e sapido.
Questo è un vino da assaggiare obbligatoriamente, uno splendido vino bianco che incarna un terroir antico e magico, vincitore dei più prestigiosi titoli dell’enologia mondiale.
Un vino capace di comunicare l’anima più pura del Friuli, sorso dopo sorso.
Un bianco perfetto anche da bere da solo, per scoprirne tutte le specialità, però te lo consiglio anche per una serata all’insegna del relax.
A tavola è il compagno prediletto per tutti i piatti a base di pesce, senza distinzione, insomma un vino da avere sempre in fresco per quando vuoi gustarti qualche piatto marino.
Conservalo bene al fresco, ad una temperatura di 10-12°C.
Breve macerazione sulle bucce, seguita da fermentazione in legno. L’affinamento in botti di rovere di Slavonia dura per 12-16 mesi a cui seguono alcuni mesi in bottiglia.
I vigneti godono di esposizioni differenziate che vanno da Sud-Est a Nord-Ovest, nei vigneti della tenuta di Villanova di Farra.
Composto da marne prevalenti e arenarie appartenenti alla formazione flyschoide di età eocenica.